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Regno: Plantæ - Phylum: Rhodophyta - Classe: Florideophyceae - Ordine: Ceramiales - Famiglia: Ceramiaceae - Genere: Acrothamnion
Nome italiano: -
Nome inglese: -
Nome regionale:
Taglia minima di cattura: 0 cm *
Descrizione: Questa piccola alga produce rami filamentosi, galleggianti e piuttosto ramificati, che appaiono di lunghezza molto ridotta e compresa tra il mezzo centimetro ed i 3-4 centimetri. Il colore dei talli è generalmente rossastro pallido, anche se esistono esemplari che mostrano rametti con tinte rosa carico. I rami portano verticilli con pleuridi primari e secondari, inseriti in modo opposto tra loro. I diversi pleuridi portano pinnule distiche, che appaiono gradualmente più corte man mano che ci si sposta verso l’apice. All’apice delle pinnule si trova una voluminosa cellula ghiandolare secretrice, di colore chiaro e solitamente azzurrino, che consente di distinguere questa specie abbastanza bene da altre alghe simili. Quest’alga può colonizzare substrati marini anche abbastanza vari. Tra questi i fondi rocciosi, ma anche quelli sabbiosi, quelli misti sabbioso-fangosi e soprattutto quelli detritici, come i fondali costituiti da resti di alghe calcaree. Si incontra soprattutto su fondi rocciosi, sia tra le alghe infralitorali sciafile, anche se spesso non troppo in profondità, che tra quelle fotofile, solitamente quando quest’ultime crescono in zone ombreggiate e in zone con basso idrodinamismo. Si tratta infatti di una specie parzialmente sciafila (emisciafila). Colonizza quindi fondali che si trovano dalla superficie del mare sino a circa una ventina di metri di profondità. A basse profondità, in fondali illuminati, può colonizzare anfratti e fessure per sfuggire alla luce. Meno comune invece da 20 e sino a 40 metri sotto il livello del mare. La specie si ritrova anche nelle pozze di marea situate in zone piuttosto ombreggiate. Si tratta di un organismo che è in grado di fissarsi alle rocce, ma può fissarsi con i propri rizoidi anche ad altre alghe, come quelle del genere Caulerpa, alcune di esse alloctone, ed ai rizomi di Posidonia oceanica. Si tratta di un alga invasiva ed alloctona, che forma solitamente feltri compatti densi e cotonosi sui fondali, alti da qualche millimetro ad un centimetro, soffocando altre alghe presenti. Talvolta appare in associazione con altre alghe alloctone come Womersleyella setacea ed in questo caso è in grado di formare coperture ancora più compatte e dannose per le specie autoctone di alghe. È stato ipotizzato che quest’alga sia stata trasportata in Mediterraneo da qualche grossa nave. Le ipotesi non chiariscono se il trasporto sia stato effettuato attraverso le acque di zavorra o il fouling che poteva aderire allo scafo della nave stessa. L’ipotesi tuttavia pare sorretta dal fatto che la prima segnalazione della presenza dell’alga sia stata effettuata nei pressi del Porto di Livorno. Ovviamente da questa zona, attraverso i trasporti ed il turismo nautici, l’alga si è distribuita prima nell’alto Tirreno e poi in altre zone del Mediterraneo ed in particolare in Italia, Croazia, Francia, Monaco e Spagna (Baleari). Meno probabile, anche se possibile, la dispersione da un acquario. La specie si riproduce abbastanza velocemente in maniera vegetativa e grazie a ciò, dove presente, ha colonizzato con successo ampi tratti di fondale, creando non pochi problemi alle biocenosi presenti su di essi. Il ciclo sessuale di questa specie è trigenetico aplodiplofasico isomorfo, con gametofito e tetra sporofito che si somigliano. Come già indicato non si tratta di una specie mediterranea. Nel mondo è segnalata in Giappone, Corea, Sudafrica, Filippine, Australia e Nuova Zelanda. La specie dovrebbe essere nativa di acque indopacifiche.